Logo del sito BuonaDieta

Il primo passo da fare per mantenere sotto controllo il diabete è eliminare le abitudini alimentari sbagliate, magari seguendo una dieta per diabetici. E’ consigliabile ridurre il più possibile i cibi dolci e salati. I cereali e le fibre sono degli ottimi alleati. E’ utile sapere che le melanzane aiutano a ridurre il bisogno di mangiare cibi dolci e ricchi di carboidrati.

Menu di navigazione dell'articolo

I legumi, la frutta, la verdura e i cereali integrali sono ricchi sia di fibre idrosolubili sia di fibre solubili, quindi aiutano a ridurre l’assorbimento dei grassi e del colesterolo, inoltre aiutano a depurare l’organismo.
Alcuni dei cibi alleati contro la lotta al diabete sono i broccoli, il cavolfiore, i cavolini di Bruxelles, le noci, l’olio di soia e il riso.

Cercare di controllare la glicemia

Tenere sotto controllo il peso corporeo, che sottoposto al segnale insulinico potrebbe ingrassare soprattutto a livello dell’addome. Chi è affetto da diabete di tipo mellito non ha all’interno del suo corpo l’insulina e quindi deve assumerla generalmente facendo delle piccole iniezioni.
Ci sono diverse cause che portano all’aumento della glicemia, tra cui la vita sedentaria, un’alimentazione sbagliata e soprattutto povera di fibre integrali ma ricca di zuccheri semplici e di grassi idrogenati e saturi.

I segreti della dieta per tenere a bada la glicemia

Per riequilibrare i livelli di glicemia nel sangue, il primo passo, è correggere la dieta. È necessario ridurre (o eliminare per quanto possibile) i cibi troppo dolci e salati, e introdurre alimenti che depurino l’organismo e riducano la “dipendenza” dai cibi dannosi.

I cereali, ad esempio, contrastano la dipendenza dagli alimenti salati e favoriscono la diuresi (eliminazione del sodio in eccesso nell’organismo); le melanzane riducono invece il desiderio di dolciumi e carboidrati.

Le fibre idrosolubili sono in grado di mantenere costante i livelli di glicemia per lunghi periodi, mentre le fibre non solubili hanno un’azione disintossicante e riducono l’assorbimento dei grassi e del colesterolo. Entrambe sono presenti in legumi, frutta, verdura, cereali e derivati integrali; bisognerebbe introdurre 25-30 g al giorno di fibre.

Nella dieta glicemia è infine indicato introdurre le olive nere o verdi (4-5 al dì) e l’olio extra-vergine d’oliva (1-2 cucchiai al giorno, a crudo). Questi alimenti, ricchi di fitosteroli, abbassano i livelli del colesterolo cattivo, contrastano il sovrappeso, l’ipertensione e i livelli alti di glicemia. I fitosteroli sono presenti anche: nei broccoli; nel cavolfiore; nei cavolini di Bruxelles; nell’olio di soia; di riso e di noci.

Cause dell'innalzamento della glicemia

Ci sono differenti cause che possono provocare l'aumento dell'indice glicemico, alcune delle quali sono riportate nell'elenco che segue.

  • la vita sedentaria;
  • un’alimentazione povera di fibre, ricca di zuccheri semplici e di grassi saturi e/o idrogenati.

Il fenomeno può presentarsi con: desiderio costante di alimenti dolci; aumento del grasso corporeo e del livello dei grassi nel sangue; sensazione di fame poco dopo aver finito di mangiare; aumento della ritenzione idrica; deposito di grassi sulle pareti dei vasi sanguigni e, nei casi gravi, diabete.

In molti casi, ai livelli alti di glicemia vengono associati: sovrappeso; ipertensione; elevati valori di colesterolo cattivo e trigliceridi; alti livelli di acidi urici. Questo tipo di innalzamento glicemico viene chiamato “sindrome pluri-metabolica” o “sindrome X“, la cui causa scatenante è l’insulino-resistenza; l’insulina è presente (a differenza del diabete mellito di tipo 1 in cui è assente), ma non agisce in modo adeguato.

I consigli da seguire

Difficile dare dei consigli che valgano in modo universale visto che spesso c’è diversità di vedute tra gli stessi dottori ed esperti. Alcuni infatti consigliano di non eliminare in toto alcuni cibi ma di approcciare al piano alimentare secondo un diverso punto di vista, come l’analisi dei cibi stessi in base all’indice glicemico. Questo sta a indicare nello specifico quanto velocemente il glucosio viene assorbito dal sangue. Per questi motivi, l’indice glicemico è influenzato sia dagli elementi che compongono i cibi in questione ma riveste importanza anche il tempo di cottura. La bollitura parziale o il raffreddamento dei cibi cucinati ha come particolarità quello di ridurre questo valore. In caso contrario, se non si sta attenti con il controllo di questo valore, l’insulina causa un uso veloce del glucosio da parte dei tessuti portando come conseguenza l’ipoglicemia. Gli effetti di questo fenomeno sono un desiderio costante di fame e un malessere generale; mangiando altri carboidrati si entra quindi in circolo vizioso perchè si produce altra secrezione di insulina. Ma questo non è l’unica conseguenza perchè sullo sfondo potrebbe verificarsi anche un sovrappeso visto che il glucosio non usato si trasforma in tessuto adiposo.

La corretta alimentazione per chi ha il colesterolo alto: scopriamo quali alimenti dobbiamo assumere

Prima di dare indicazioni su una dieta per tenere sotto controllo il colesterolo, è bene ribadire che si tratta di una molecola lipidica costituita da quattro anelli policicloalifatici e una coda alifatica. La parola proviene dal greco ma è stata usata per la prima volta nel 1894. Da sottolineare che l'uomo produce in maniera autonoma la maggior parte di quets amolecola necessaria (per gli adulti si parla di 1 o 2 grammi al giorno); infatti solo una piccola porzione è assunta con l'alimentazione.

A livello mondiale possiamo affermare con una certa sicurezza che nazioni che si nutrono in maniera determinante grazie a prodotti animali presentano delle colesterolemie minori di Europei o Nord Americani. Una persona che si nutra di cibi grassi produrrà più colesterolo. Per combatterlo non solo occorre consumare il giusto numero di proteine, ma si consiglia di inserire nella propria dieta anche la soia. Il colesterolo si sconfigge anche aumentando l'apporto di fibre, che creano un filtro che limita l'assorbimento di grassi e zuccheri.

Si consiglia vivamente poi di svolgere attività fisica che, come si sa, protegge il cuore ed accresce i livelli di HDL, abbassando il rischio di deposito del colesterolo. Per quel che riguarda gli alimenti possiamo consigliare verdure (che fungono da fonte di minerali e vitamine), agrumi (la vitamina C protegge le arterie) e legumi (ricchi di fibre e proteine vegetali).

Una dieta corretta ed equilibrata garantisce un livello di colesterolo accettabile, che non comprometta la nostra salute. Come abbiamo detto, non va eliminato dal nostro organismo: bisogna invece garantire un apporto costante del colesterolo “buono”HDL ed abbassare quello cattivo, LDL.

Esistono alcuni alimenti in particolare che regolano al meglio i due flussi di colesterolo, ed è opportuno inserirli nelle diete: vediamo quali sono.

Il primo alimento che fa al caso nostro è il pesce, ricco di Omega 3 e in grado di aiutare l’organismo a prevenire malattie cardiache ed arricchirci di quello buono. In particolare, sono consigliati il salmone fresco ed il pesce azzurro.

Per una dieta che favorisca l’abbassamento di LDL, possiamo iniziare fin dalla mattina accompagnando la nostra colazione con biscotti o altre sostanze ricche di avena, ed il cioccolato con una forte componente di cacao, almeno il 70%. Anche le noci fanno al caso nostro, ma è bene non esagerare perchè, come tutta la frutta secca, sono ricche di grassi.

Sempre restando in ambito mattutino, è preferibile assumere tè piuttosto che caffè, poichè è in grado di ridurre la formazione di grassi in maniera notevole nel corso della settimana.

Per quanto riguarda gli altri pasti, largo a zuppe di fagioli, la cui ricchezza di fibre favorisce l’assorbimento del colesterolo da parte del nostro organismo. Stesso discorso per gli spinaci, di cui parleremo approfonditamente in seguito.

Fra i condimenti, aglio e olio la fanno da padrone: senza naturalmente esagerare con le quantità, questi due protagonisti della dieta mediterranea sono ricchi di sostanze in grado di abbassare notevolmente i rischi legati alla presenza eccessiva di colesterolo nocivo.

Non è sempre facile mangiare nel modo giusto, molto spesso occorre rivolgersi a uno specialista per possa consigliarci e fare in modo tale che la nostra alimentazione sia il più equilibrata possibile, per fare questo occorre per prima cosa riflettere sul modo in cui mangiamo e quali sono gli alimenti che introduciamo nel nostro corpo e che possano aumentare il rischio di problemi legati al colesterolo

Per poter consigliare a una persona una corretta alimentazione, non basta semplicemente frequentare un corso di formazione: per prima cosa occorre studiare in maniera dettagliata il metabolismo della persona che viene da noi in cerca di un regime alimentare adeguato.
I secondo luogo è necessario conoscere a fondo le combinazioni di alimenti che consentono di capire quale sia il regime più adeguato a determinati problemi di peso, per prima cosa una dieta è programma che deve essere adeguato al corpo del cliente e al suo modo di vivere.

Non esistono programmi alimentari standard che siano adeguati per tutte le casistiche, per poter agire al meglio è necessario di fatto comprendere al meglio le abitudini del cliente, la prima cosa che andrà fatta sarà una valutazione preliminare del peso osseo della persona. Un secondo approccio molto importante è la valutazione della massa magra e della massa grassa del paziente, solo in questo modo si possono capire una serie di cose, l’esame del metabolismo invece, consente di capire se il soggetto è in grado di smaltire velocemente le calorie che accumula o al contrario tende ad assimilare anche una piccola quantità di cibo.
In questo modo un nutrizionista al di là dei corsi di formazione che ha svolto per abilitarsi alla professione di nutrizionista, deve cercare di capire con quale tipo di persona ha a che fare, solo in questo modo si può effettivamente elaborare un regime alimentare adeguato e corretto.

Molto spesso mangiare nella maniera corretta, limitando le quantità di cibo è molto più efficace di una dieta basata semplicemente sulla privazione di alimenti, eliminare dal regime dietetico di una persona gli alimenti che tendono a far ingrassare è una fase importante ma va elaborata nel modo più corretto.
Le fasi si devono alternare, cercando successivamente un regime mutato che punti alla reintroduzione degli alimenti in precedenza eliminati dalla dieta del soggetto, quantità e modo di alimentarsi sono le caratteristiche del nutrizionista esperto nella sua materia.

Bisogna poi ricordarsi che arriva sempre una fase di assuefazione al regime alimentare proposto, per questo motivo è necessario in un secondo momento ripensare completamente il tipo di dieta che si va a fare, cercando un regime differente e adeguato.

Diabete, problema in aumento in Italia

La tematica è abbastanza sensibile nel nostro Paese visto che entro il 2030 sono stimati circa cinque milioni di persone affette da diabete tipo due (in questi anni si è arrivati a circa tre milioni di individui). Per combattere questa malattia cronica, bisogna modificare per sempre le proprie abitudini di vita ma secondo gli esperti questo cambiamento non deve essere inteso a livello mentale come una privazione ma come una variazione del proprio stile di vita alimentare. Gli stessi esperti dicono che eliminare i cibi risulta essere più sbagliato rispetto a che assumerli in modo ragionato. Tuttavia, quando si entra in queste situazioni delicate, è consigliabile consultare uno specialista in materia che sappia costruire ed elaborare un piano ad hoc rispetto alle condizioni fisiche-psicologiche del paziente.

Come contrastare la patologia del tipo 1 e tipo 2

Il diabete è una patologia cronica caratterizzata da anomalie del metabolismo di carboidrati, proteine e lipidi, è dunque un disturbo dell'utilizzazione. Un regime alimentare incentrato sul consumo di carboidrati, con un basso Indice glicemico, può aiutare nella cura del diabete.

Caratteristiche della dieta a zone per il diabete (anche in gravidanza)

La dieta a zone diabete, spesso ascritta dagli scienziati come una delle più efficaci diete iperproteiche e ipoglucidiche, è un buon rimedio.

Il miglioramento nel metabolismo del glucosio dipende proprio dalla riduzione di carboidrati complessi, che forniscono la maggior parte delle calorie nella moderna alimentazione.

Questo regime dietetico, infatti, prevede un'alimentazione composta dal 40% di carboidrati, 30%di proteine e 30% di grassi.

Per mantenere una salute ottimale e curare il diabete, è necessario limitare al massimo (o eliminare) i derivati dai cereali, e prediligere verdura, frutta, legumi, noci, carni magre, pesce.

Cosa evitare (anche per evitare il colesterolo alto) a colazione e durante i pasti?

Diabete mellito tipo 2

Bisognerà dunque evitare i grassi trans-saturi e gli oli parzialmente idrogenati, contenuti nei nelle margarine, nei fritti, negli alimenti da fast food e commerciali (merendine o prodotti da forno confezionati), consumando invece grassi essenziali omega-3, che si trovano nell'olio di pesce, olio di lino, nel salmone, nello sgombro ecc.

Per agevolare la stabilizzazione di insulina e glucosio è inoltre necessario consumare pasti più ridotti, rallentando così l'assorbimento dei carboidrati e riducendo la produzione di radicali liberi e il livello di colesterolo LDL.

Quanto sono importanti le verdure nella dieta per diabetici. Ecco cosa mangiare e quali sono gli alimenti da evitare

Le verdure sono ricche di fibra poche calorie e hanno benefici specifici anche in termini organolettici, in base ai metodi di preparazione e di cottura. Sono molto importanti per coloro che devono avere sotto controllo il peso, si è sempre detto che le verdure fanno bene, ma è importante il modo in cui vengono preparate e consumate affinché vi sia una corretta assimilazione delle sostanze benefiche in esse contenute.

Le verdure non devono mancare nella dieta per diabetici in quanto non bisogna mai sottovalutare l’influenza della dieta sull’equilibrio fisico, chi segue una dieta equilibrata ha tantissime possibilità di non incorrere in questo genere di disturbi del metabolismo.

Per combattere il diabete a tavola bisogna imparare a conoscere quali sono gli alimenti con i quali possiamo tenere sotto controllo la glicemia, i grassi e le calorie, l’alimento principale per questo scopo sono le verdure.

Chi soffre di diabete non deve mai saltare i pasti, il digiuno determina ipoglicemia. Una giusta alimentazione fa ritrovare di nuovo il piacere di sedersi a tavola. La prima strategia da mettere in pratica per seguire un’equilibrata dieta per diabetici è quella di mettere al primo posto le verdure.

Benefici per la salute delle verdure (soprattutto per gli insulino dipendenti)

I benefici per la salute delle verdure sono molteplici, come già detto, in quanto sono ricche di fibre, non contengono grassi, non contengono zuccheri, sono facilmente digeribili, contengono una moltitudine di vitamine e di Sali minerali che sono molto importanti per l’apporto che danno nel contrastare il diabete.

Vediamo di scoprire insieme le principali caratteristiche delle verdure più note e diffuse. Ottimo per gli anziani cardiopatici e i bambini anemici

  • L’asparago: è una verdura diuretica e depurativa, ha proprietà benefiche per i reni.
  • La carota: le carote più coltivate sono quelle cilindriche giallo- arancioni, sono ricche di carotene (precursore della vitamina A) e con effetti antiossidanti; stimolano la produzione di melanina, aumentano la capacità visiva e le difese immunitarie, rinforzano ossa e denti.
  • La cipolla: è diuretica, ricca di vitamine, di Sali minerali, ma anche di principi antibiotici e immunitari che svolgono importanti funzioni nel controllo della pressione arteriosa e del colesterolo che ci soffre di diabete sa quanto sono importanti i valori di queste due patologie da tenere sotto controllo. La cipolla se viene cotta perde molte sue proprietà, ma acquista digeribilità
  • Il peperone: stimola la secrezione ghiandolare e la digestione, è ricco di carotenoidi, minerali e vitamine, contiene più vitamina C delle arance.
  • Il pomodoro: il 90% del pomodoro è acqua ma contiene vitamine, acido citrico e carotenoidi (in particolare il licopene), soprattutto quando è molto maturo.
  • La zucchina: è molto ricca di vitamine, calcio, ferro e fosforo, è una verdura rinfrescante, diuretica, disintossicante e antinfiammatoria.
  • La melanzana: molto appetitosa se valorizzata al meglio nella cottura, non ha particolare importanza nutrizionale ma è molto utile per la dieta dei diabetici in quanto particolarmente le melanzane hanno un’azione regolatrice dei livelli di glicemia nel sangue.

Nel campo del diabete, l’Italia si attesta un primato prezioso. I diabetologi sono infatti i primi professionisti della salute nel nostro Paese  a essere certificati a tutela dei pazienti. Questo significa garantire a chi soffre di questa patologia un’assistenza ancora più specialistica e di qualità. è stata l’Associazione Medici Diabetologi (AMD), insieme a The System Academy, a regolamentare le conoscenze e le competenze di alcuni specialisti in ambito diabetologico.

L’AMD è la prima società scientifica a ottenere una certificazione per la propria professione, facendo in modo che abilità e competenze siano delle Prassi di Riferimento, consultabili anche sul sito dell’Ente Italiano di Normazione.

Si tratta di una tendenza internazionale, che finalmente approda anche in Italia trasportando anche le professioni sanitarie in un processo di cambiamento culturale. In cosa consiste, quindi, questa, certificazione? Nella volontà di fornire ai pazienti un’assistenza efficace e di qualità.

Ecco come si ottiene:

  • si presenta un curriculum ad hoc,
  • si accede a un esame
  • si superato l’esame stesso.

Solo a questo punto il medico candidato ottiene un certificato che attesta la sua specifica capacità, che potrebbe essere ad esempio la gestione del diabete in gravidanza o del piede diabetico. Da sottolineare, comunque, che la certificazione è ancora del tutto volontaria e non pregiudica né influenza in alcun modo l’aggiornamento attraverso la formazione obbligatoria.

La certificazione delle competenze mira a fornire una tutela molto più ampia al sistema sanitario pubblico e privato e ai pazienti. A oggi sono oltre 300 le figure professionali che possono richiedere una certificazione delle proprie competenze a uno dei 58 organismi accreditati. Il percorso ha preso il via dalla consapevolezza della necessità di rendere più efficace e al contempo sostenibile la gestione della patologia diabetica.

Nel campo della sanità, c’è infatti una rapidissima evoluzione delle conoscenze scientifiche, ma anche una richiesta sempre maggiore di qualificazione professionale teorica e pratica. Questo significa che diventa sempre più necessario sviluppare una certificazione professionale individuale di competenza, che si tratti del campo diabetologico o qualsiasi altro in ambito scientifico.

Cibi consigliati in una dieta diabete tipo 1

In una dieta diabete tipo 1 bisogna cercare di tenere sotto controllo il consumo di carboidrati, l’indice glicemico e il peso corporeo. Di seguito sono illustrati i cibi consigliati durante una dieta diabete tipo 1.

  • Pietanze molto semplici che non necessitano di cotture elaborate, è preferibile mangiare pasta e riso integrali conditi con olio a crudo. Il piatto unico è un ottimo alleato nella lotta contro il diabete ad esempio una porzione di riso integrale con tonno, pomodori o verdure.
  • Evitare di mangiare durante lo stesso pasto due cibi amidacei, ad esempio la pasta e il pane.
  • Mangiare molta frutta e verdura tranne le banane, l’uva, i mandarini, la frutta sciroppata, la frutta secca, i cachi, il melograno ecc.
  • Sostituire il dolcificante allo zucchero.

E’ importante sapere che in una dieta diabete tipo 1 il saccarosio non deve superare la dose massima giornaliera di 20 gr, quindi è utile evitare o consumare in quantità limitate i prodotti confezionati come i biscotti, le bibite, gli snack ecc.

Informazioni utili

Il diabete mellito di tipo 1 è considerata dai medici una patologia autoimmune, perchè è provocata dalla produzione di anticorpi che hanno il compito di deteriorare tessuti ed organi importanti, in particolar modo il pancreas, causando una diminuzione e nei casi più gravi la totale assenza dell’insulina, un ormone che svolge l’importante compito di tenere sotto controllo il glucosio nel sangue. E ’importante sapere che esistono diverse categorie di diabete di tipi 1 e sono riportate nell’elenco che segue.

  • Diabete mellito autoimmune, chiamato anche insulinodipendente, si manifesta in pazienti di giovane età, in particolar modo nella fase dell’adolescenza e dell’infanzia. La sua causa principale è la distruzione delle cellule Beta che si trovano nel pancreas e in alcuni soggetti il processo distruttivo avviene molto rapidamente. Generalmente la forma rapida si manifesta nei bambini e la forma più lenta colpisce gli adulti ed è spesso definito con il nome di diabete autoimmune latente dell’adulto. Uno dei primi sintomi che deve mettere in allarme i medici è la chetoacidosi.
  • Diabete mellito idiopatico che colpisce in particolar modo la popolazione africana e asiatica. Anche in questo caso nei soggetti si manifesta una carenza di insulina nel sangue, accompagnata da chetoacidosi. Le cause che provocano questa patologia non sono ancora state scoperte.

I campanelli d’allarme

Com’è stato già detto in precedenza questa patologia può manifestarsi sia in età adulta sia in tenera età, ci sono diversi campanelli d’allarme che devono essere subito colti dal proprio medico e sono illustrati nell’elenco che segue.

  • Aumento del volume delle urine.
  • Aumento della sensazione di sete.
  • Diminuzione veloce del peso corporeo, non dovuta chiaramente a diete dimagranti.

E’ importante sapere che ci sono dei casi in cui i sintomi si manifestano nella prima fase, chiamata d’esordio e poi scompaiono per un periodo di tempo, trascorso il quale ricompaiono nuovamente. Ci sono diversi fattori che possono causare l’insorgenza della patologia e sono riportati nell’elenco che segue.

  • Fattori legati al proprio sistema immunitario.
  • Fattori genetici.
  • Fattori ambientali

Analizziamo il diabete mellito di tipo 2

Il diabete Mellito di tipo 2 è una malattia che interessa principalmente il metabolismo del glucosio, circa il 90% dei casi di diabete è di tipo 2, proprio per questo è la forma più comune e facilmente riscontrabile, tipico dell'età matura. Questa patologia è causata da un decifit della secrezione di insulina associato ad una particolare resistenza dei tessuti periferici all'azione dell'insulina.

Ultimamente risulta molto difficile diagnosticare il diabete mellito di tipo 2 in quanto dà pochissimi sintomi fino ad arrivare a delle vere e proprie complicanze croniche; per questo motivo possono passare anche 20 anni prima di una corretta diagnosi scaturendo così un ritardo nelle cure. In ogni caso colpisce persone con una particolare obesità, una vita sedentaria e un apporto calorico non regolare.

Il diabete mellito di tipo 2 si presenta come una patologia scaturita da più cause che interagiscono tra di loro, principalmente l'aumento di peso e quindi l'insulino-resistenza fà si che l'organismo richieda sempre un elevata presenza di insulina che, appunto, i diabetici di questo tipo non hanno.

Anche se la quantità di insulina presente è molto elevata, risulta bassa messa a confronto con livelli glicemici; è proprio questo che determina l'aumento dei valori glicemici e la conseguente comparsa della patologia.

In sostanza la causa più comune della comparsa del diabete mellito tipo 2 può essere legata allo stile di vita: un abuso di carboidrati, un alimentazione poco regolare, la sedentarietà e l'eccesso della massa grassa o a cause di altro genere come l'alterazione strutturale dell'insulina.

Qualunque sia la causa, la terapia più mirata ed efficace è rappresentata dalla riduzione del peso e dell'assunzione di carboidrati attraverso una dieta per il mellitotipo 2 affiancata ad un essenziale una terapia motoria e, se necessaria, una terapia farmacologica.

Diabete mellito di tipo 2: alimentazione nella patologia

Questo tipo di dieta predilige principalmente frutta e verdura che sia cotta o cruda e condita solamente con un cucchiaino di olio extravergine di oliva, la scelta di cibo ricco di fibre in modo tale da avere un maggiore senso di sazietà in poco tempo, l'eliminazione di qualsiasi tipo di dolce, di bevante gassate, di alcolici e, come accennato, l'aumento di alimenti che contengono antiossidanti, ortaggi e frutta non zuccherina.

Consigli utili a chi segue una dieta

Come è stato in precedenza detto chi soffre di diabete mellito di tipo 2 ha bisogno di perdere peso e quindi deve seguire un regime alimentare dietetico che contenga un numero limitato di calorie ma che non sia molto restrittivo.

Di seguito sono illustrati alcuni importanti consigli utili a chi segue una dieta:

  • Mangiare molta verdura, sia cruda sia cotta il giorno. E’ possibile condire le verdure con un cucchiaio di olio di oliva extravergine, limone, aceto e spezie varie.
  • Consumare preferibilmente pasta e pane integrale che è ricco di fibre e aumenta il senso di sazietà. E’ importante sapere che i carboidrati vanno consumati con moderazione e preferibilmente durante il pranzo.
  • Bere molta acqua naturale ed evitare o ridurre drasticamente il consumo di bibite gassate che contengono molto zucchero. Un ottimo alleato della dieta diabete tipo 2 è il tè verde.
  • Evitare il consumo di alcolici e superalcolici.
  • Mangiare molta frutta tranne l’uva, i mandarini, le banane, la frutta sciroppata, la frutta secca ecc.
  • Consumare con moderazione la carne rossa, i formaggi, i latticini, gli affettati, i biscotti, le merendine ecc.

Cosa fare per seguire una dieta bilanciata

Per seguire una dieta bilanciata che aiuti a perdere peso nella giusta maniera, a raggiungere il proprio peso ideale e se possibile a eliminare l’antiestetico grasso localizzato, è necessario conoscere le personali necessità energetiche. Coloro che praticano un’intensa attività fisica hanno sicuramente bisogno di assumere più calorie dieta rispetto a chi conduce una vita sedentaria o comunque fa poco movimento.

E’ importante sottolineare l’importanza che ha avere un giusto peso corporeo, la maggior parte delle persone desidera perdere peso per motivi estetici, ma è importante sapere che avere un peso corporeo eccessivo può causare gravi problemi di salute, come ipertensione, ictus e alcune tipologie di cancro.

Diabete mellito tipo 2

Per seguire una dieta organica è molto importante introdurre la quantità di calorie necessarie per soddisfare il proprio fabbisogno energetico e praticare una moderata attività fisica, che aiuta ad allenare i muscoli e il cuore. E’ di fondamentale importanza quindi modificare in modo permanente, le proprie abitudini di vita, privilegiando l’assunzione di cibi ricchi di fibre, che hanno un gran potere saziante, le verdure e la frutta, ricche di sali minerali e vitamine. In una dieta bilanciata non bisogna assolutamente eliminare la carne, il pesce, i carboidrati e i latticini, ma semplicemente ridurne il consumo. E’ molto importante anche assumere giornalmente almeno due litri di acqua, compresi anche te e tisane.

Il fabbisogno energetico

Il fabbisogno energetico varia in base al sesso, all’età, al tipo di lavoro che svolge l’interessato, alla sua corporatura e all’esercizio fisico che generalmente pratica. E’ importante non sottovalutare i rischi che si corrono quando si segue una dieta non bilanciata, è bene rivolgersi sempre a un medico esperto per ricevere i giusti consigli.

Cibi consigliati nell’alimentazione per diabetici

Come è stato in precedenza detto per combattere il diabete è necessario seguire una corretta alimentazione, che aiuti a tenere sotto controllo la glicemia e il proprio peso ideale, di seguito sono elencati i cibi consigliati nell’alimentazione per diabetici.

  • Pesce: pesce in umido o cotto al forno, al cartoccio, bollito e tonno sott’olio o al naturale. Il pesce fritto e in particolar modo i frutti di mare devono essere consumati con moderazione.
  • Legumi: piselli, ceci, fagioli, lenticchie.
  • Frutta
  • Bevande: caffè, acqua, bibite light e thè. Il vino, la birra e le spremute di frutta devono essere consumate con moderazione.
  • Le uova possono essere mangiate due volte la settimana.

E’importante sapere che bisogna fare attenzione ai condimenti dei cibi, ad esempio l’olio di oliva, di arachide, di soia e di girasole devono essere usati con moderazione.

Evitare alcuni alimenti

Come ci sono tantissimi alimenti consigliati per un alimentazione per diabetici, ce ne sono altrettanti da evitare assolutamente in quanto potrebbero innalzare l'indice glicemico. Alcuni alimenti da evitare sono: lo zucchero, il miele, i prodotti dolciari ad alto contenuto glucidico e lipidico (come i biscotti, le merendine, i cornetti ecc), i primi piatti che presentano condimenti grassi (come per esempio le lasagne o i cannelloni), le pizze elaborate, la frutta secca, i mandarini, le banane, tutte le bevande zuccherate ecc.

Basta fare attenzione ed affiancare l'alimentazione per diabetici ad una buona attività fisica regolare, che, insieme ai consigli e ai farmaci prescritti dal medico, possono contribuire a mantenere il più possibile regolari i livelli di zucchero nel sangue.

Il diabete si combatte anche con lo sport

Oltre all’alimentazione, il diabete può essere controllato con un adeguato esercizio fisico, preferibilmente aerobico come piano integrante nel trattamento del diabete. L’esercizio ideale è una camminata di 30 minuti al giorno per complessive tre ore settimanali. Una moderata e regolare attività fisica ha degli indubbi benefici sul metabolismo, aiuta a ridurre lo stress, ma soprattutto nel caso dei diabetici migliora la sensibilità all’insulina, riduce i livelli di trigliceridi e di LDL (o colesterolo cattivo), mantiene la pressione arteriosa sotto controllo e previene le complicanze delle malattie cardiovascolari. Per i diabetici sono sconsigliati tutti i tipi di sport a rischio di traumi, in particolare quelli che possono coinvolgere danni alla testa.

Lo sport, inteso come disciplina sportiva e non mera attività fisica, è consigliato a tutti, ma non tutti gli sport sono adatti ai diabetici. Bisogna saper scegliere e consultarsi con il proprio specialista per determinare l’attività sportiva migliore in base all’età, la terapia seguita, la composizione fisica, la preparazione atletica. Gli sport consigliati per i diabetici sono tutti quelli aerobici con ripetizione ritmica e a bassa intensità dei movimenti come la corsa non veloce, il tennis, il nuoto, il basket, calcio, marcia, sci di fondo e sport assimilabili alla danza. Vi sono sport che, invece, sono consigliati con moderazione e che un tempo erano assolutamente proibiti ai diabetici perché avevano un rischio medio alto di incorrere in traumi in grado di scatenare crisi ipoglicemiche, si tratta in particolare degli sport estremi come paracadutismo, alpinismo, ma anche automobilismo, motociclismo, ciclismo, lotta e arti marziali, sollevamento pesi e immersioni subacquee. Con le dovute cautele e la preparazione giusta anche i diabetici possono praticare questi sport, in sicurezza.

Lo sport o qualsiasi altra attività fisica praticata da un diabetico deve essere svolta in determinati orari in correlazione ai pasti e alla somministrazione di insulina o – come regola generale – quando si richiede di ridurre la glicemia in circolazione. Prima dello sforzo fisico, un diabetico deve controllare la glicemia per valutare la quantità di insulina necessaria a sostenere l’attività fisica che si appresta a svolgere. È una precauzione necessaria per evitare effetti indesiderati come l’abbassamento eccessivo dei livelli di glucosio. Ciò vale per tutti i diabetici che praticano un’attività fisica moderata, mentre il diabetico che svolge un’attività sportiva intensiva o agonistica deve confrontarsi regolarmente con il proprio diabetologo per valutare le precauzioni necessarie.

Alimentazione e sport per diabetici: strategie nutrizionali

Quando ci si appresta a svolgere un esercizio fisico prolungato, occorre prestare particolare attenzione all’alimentazione. Una persona che ha il diabete, in previsione dell’allenamento, necessita di consumare il pasto dalle 2 alle 4 ore prima dell’esercizio. L’attività sportiva provoca un aumento della sensibilità all’insulina la cui durata può prolungarsi per diverse ore dopo l’esercizio con la conseguenza di aumentare il rischio di ipoglicemia fino a 48 ore dopo aver interrotto l’esercizio fisico. Il pasto, pertanto, si dovrebbe comporre preferibilmente di cibi e bevande che contengono carboidrati (pane, riso, cereali, verdura, frutta, prodotti caseari) purché non vi siano intolleranze a questi cibi. I pasti pre-esercizio non dovrebbero mai contenere cibi con grassi lenti da digerire o eccessivamente ricchi di fibre.

Durante l’allenamento, se si supera l’ora di attività moderata o alta che sia, è opportuno somministrare un supplemento di carboidrati come uno snack tipo le barrette energetiche. Generalmente è consigliato l’assunzione di prodotti che contengono carboidrati a velocità di assorbimento diverse e da assumere sempre in piccole quantità. In ogni caso, le raccomandazioni generali devono essere sempre confrontate con i consigli e le informazioni nutrizionali del proprio medico di riferimento. Un aspetto fondamentale per chiunque compia degli sforzi fisici è l’idratazione. Lo sportivo con diabete – se di tipo 1 – è maggiormente a rischio di disidratazione per cui necessita di bere a sufficienza, ma l’assunzione di liquidi non deve essere casuale e la quantità di liquidi può variare in base alla temperatura, all’umidità, alla fisicità, all’intensità e durata dello sforzo fisico. Lo sportivo con diabete deve conoscere il proprio calo ponderale durante l’allenamento per rimpiazzare i liquidi persi in modo adeguato perché una perdita pari anche solo all’1% di disidratazione può influenzare il recupero: possono essere necessarie fino a 24 ore per reidratarsi adeguatamente dopo l’attività fisica. I liquidi da rimpiazzare devono corrispondere almeno a 1 volta e mezzo rispetto al calo ponderale (o perdita di peso durante l’esercizio).

Queste strategie nutrizionali e di idratazione possono essere seguite da tutti coloro che praticano attività sportiva amatoriale e non agonistica e che non sono generalmente seguiti da un nutrizionista, ma si ribadisce l’importanza di confrontarsi con il proprio medico rispetto alla scelta dell’attività da svolgere e dei consigli nutrizionali personalizzati.

Il controllo dell'alimentazione negli anziani

Da sempre si sa come una sana alimentazione aiuta a prevenire una serie di malattie e a migliorare la forma fisica. Ma l'alimentazione è fondamentale anche per aiutare a combattere malattie cardiovascolari e il diabete, soprattutto nel caso degli anziani. I Senior, infatti, dovrebbero porre la massima attenzione a cosa, quanto e quando mangiare per mantenere quanto più sano possibile il proprio organismo.

Il problema legato all'alimentazione degli anziani non viene sempre sentito in maniera corretta: sono in pochi, infatti, ad aver compreso realmente come molte malattie tipiche della terza età possano essere tenute sotto controllo seguendo una dieta equilibrata e corretta. Si pensi ad esempio al sovrappeso, problema molto comune soprattutto per tutti quei Senior che non possono svolgere una regolare attività motoria, oppure alle problematiche cardiovascolari, che in molti casi possono essere contrastate eliminando le cattive abitudini alimentari. Ecco perché le persone anziane dovrebbero essere regolarmente monitorate da un nutrizionista o da un dietologo che, in coordinazione con altri professionisti sanitari, possa definire un piano alimentare corretto, tenendo conto delle eventuali patologie preesistenti.

Una soluzione per chi non può muoversi

Non sempre gli anziani possono recarsi presso gli studi medici, perché allettati o non autonomi negli spostamenti. In queste situazioni può diventare fondamentale avere il supporto di portali web dedicati alle esigenze dei Senior come Peranziani, che provvede a fornire medici specializzati in visite mediche a domicilio destinate a tutte quelle persone che non possono recarsi indipendentemente presso uno studio specialistico.

I professionisti che si recano presso l'abitazione della persona anziana potranno definire un piano alimentare corretto dopo aver verificato, tramite consulti con altri medici o controllo delle cartelle cliniche, quale possa essere l'alimentazione migliore. In molti casi si dovranno correggere degli errori nella condotta alimentare che permetteranno di migliorare, con poche mosse, le modalità di nutrimento. Bisogna ricordare che i professionisti che effettuano gli interventi a domicilio non terranno conto solo della tipologia di alimenti che possono o non possono essere ingeriti, ma anche delle eventuali possibilità di svolgere un'attività motoria, fondamentale per contribuire a un incremento del benessere del sistema cardiovascolare o alla riduzione della glicemia.

A chi rivolgersi

Poter contare su visite mediche a domicilio è fondamentale per tutti quegli anziani che non possono fare affidamento su parenti o persone in grado di condurle presso studi medici per i regolari controlli. In particolare, quando si tratta problematiche relative all'alimentazione, che non richiedono specifici macchinari per la verifica dello stato di salute ma esclusivamente un'elevata competenza da parte dell'operatore sanitario o del medico, la visita domiciliare diventa una soluzione perfetta.

minerali-alimentazione-anziani.jpg



Tuttavia, non è sempre facile trovare professionisti disposti a recarsi a casa dei pazienti. Ecco perché diventa fondamentale poter contare su realtà specializzate nel mondo dei Senior, come Peranziani, che propone una piattaforma digitale per permettere l'incontro tra domanda e offerta. Completamente realizzata tenendo conto delle esigenze dei Senior, questa piattaforma offre un gran numero di servizi sanitari, nonché visite domiciliari e assistenza a tutti gli over 65 che non sono in grado di muoversi per recarsi personalmente a svolgere le diverse visite mediche. Gli operatori sanitari e i medici che operano con il portale sono altamente qualificati e specializzati nelle problematiche tipiche della Terza Età, garantendo in tal modo un'elevata professionalità in ogni tipo di intervento, sia esso relativo alla scelta dell'alimentazione adatta o altro.

Diabete gestazionale: cos’è, cause e cura

Il diabete di tipo 2 colpisce generalmente persone geneticamente predisposte oltre che gli anziani; tuttavia, vi sono casi in cui questo può manifestarsi nelle donne al secondo o terzo trimestre di gravidanza.
Il diabete gestazionale è una condizione che si manifesta nel 18% delle donne in gravidanza, ma perché succede?
Durante la gravidanza, si sa, la produzione di ormoni si modifica e i cambiamenti sono numerosi, tra cui anche l’aumento di peso. Questi cambiamenti possono causare una ridotta risposta all’insulina da parte dell’organismo e quando questo avviene si parla di insulino-resistenza.
Nella maggior parte dei casi, la produzione di insulina è sufficiente a superare questa resistenza ma in alcuni casi questa non è sufficiente. La buona notizia è che il diabete gestazionale in genere scompare dopo il parto, ma in alcuni casi dopo essere scomparso può succedere che si ripresenti dopo anni come diabete di tipo 2.
Il diabete gestazionale è da considerarsi un vero e proprio pericolo perché può aumentare il rischio di sviluppare problemi di salute nel feto, tra cui aborto precoce e malformazioni congenite. In più questo è un problema anche per la donna perché aumenta al 30% la possibilità che questa sviluppi il diabete di tipo 2 nel corso della sua vita.
Se la diagnosi di diabete gestazionale è precoce e la malattia viene correttamente gestita allora il rischio dell’insorgenza delle problematiche sopra citate si riduce notevolmente.
Se il diabete gestazionale non viene controllato, allora aumenta il rischio di complicanze sia in gravidanza che al parto.
Il diabete gestazionale può infatti causare un parto difficile e pericoloso, oltre che ipoglicemia nel neonato e maggior rischio di obesità o di avere il diabete di tipo 2 in età adulta.
Tutte le donne possono sviluppare diabete gestazionale, tuttavia il rischio aumenta nei casi in cui:

  • L’indice di massa corporea è superiore a 30 (corrispondente all’obesità)
  • In una precedente gravidanza il neonato pesava 4.5 kg o più
  • In una precedente gravidanza il diabete gestazionale si era già presentato
  • Familiari con diabete

Per tali ragioni, consigliamo di sottoporsi a dei controlli periodici, soprattutto qualora dovessero manifestarsi sintomi come: stanchezza generalizzata, bocca secca, necessità di bere spesso e di urinare più frequentemente.